Obesità e Covid-19

22.04.2020

La pandemia del nuovo Coronavirus (SARS-CoV2) e la malattia da esso condotta (Coronavirus Disease o COVID 19) riempie ormai da giorni le pagine dei giornali, telegiornali e testate web.

E' il 31 Dicembre 2019, quando le autorità santarie cinesi riferiscono che nella città di Whuan (Hubei, Cina Centro-Orientale) si è sviluppato un focolaio epidemico di casi di polmonite atipica a eziologia non nota, attribuita poi ad un nuovo Coronavirus (SARS-CoV2). Da allora l'epidemia si è ampiamente diffisa in tutto il mondo da diventare quindi una Pandemia che ha coinvolto migliaia di persone.

Molti sono gli studi scientifici che sono rivolti ad indagare se vi siano gruppi di popolazione a rischio, ma la probabilità di avere un quadro clinico più grave è sicuramente negli anziani e in chi presenta patologie preesistenti, cardiache, respiratorie o metaboliche.

Infatti i pazienti a rischio di sindrome respiratoria acuta grave da SARS-CoV19 si caratterizzano per l'elevata prevalenza di malattie preesistenti come: ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie croniche o cancro.

OBESITA' E COVID-19

Numerosi sono gli studi che indagano sul ruolo dell'obesità, in quanto è stata identificata come fattore di rischio indipendente per la grave infezione polmonare indotta dal virus influenzale di origine suina H1N1. Inoltre, l'obesità addominale è associata a una ventilazione compromessa alle basi polmonari con la conseguente riduzione della saturazione di ossigeno (SpO2). Infine, la secrezione anormale delle adipokine e delle citochine, come il TNF-alfa e l'interferone, caratterizzano l'associazione dell'obesità addominale con un basso grado di infiammazione cronico che, a sua volta, può compromettere la risposta immunitaria e avere effetti sul parenchima polmonare e sui bronchi. Questi dati suggeriscono che l'obesità potrebbe essere un fattore di rischio indipendente anche per l'infezione da SARS-CoV-2.

STUDIO SCIENTIFICO PUBBLICATO

Uno studio di coorte retrospettivo francese pubblicato il 9 aprile 2020 sulla rivista Obesity ha indagato l'associazione tra IMC, caratteristiche cliniche e necessità di ventilazione meccanica invasiva in pazienti ricoverati in terapia intensiva per COVID-19.

Lo studio è stato composto da 124 pazienti ricoverati in terapia intensiva presso il Roger Salengro Hospital, "Centre Hospitalier Universitaire de Lille" (CHU Lille, Francia. I soggetti avevano un'età media 60 anni, range 51-70; 90 maschi e con una diagnosi di pomonite COVID-19 rispondente a tutti i critero dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. I partecipanti allo studio sono stati inoltre confrontati con un gruppo di controllo storico composto da 306 pazienti ricoverati in terapia intensiva presso lo stesso istituto per una malattia respiratoria acuta grave non correlata all'infezione da SARS-CoV-2, durante l'anno 2019.

Al momento dell'analisi dei dati (6 aprile 2020), 60 pazienti (48%) erano stati dimessi vivi dalla terapia intensiva, 18 (15%) erano morti e 46 erano ancora ricoverati in terapia intensiva. I partecipanti allo studio infettati da SARS-CoV-2 erano prevalentemente maschi (73%) e loro l'età mediana (IQR) era di 60 (da 51 a 70) anni.

L'obesità (IMC > 30) e l'obesità grave (IMC > 35) erano significativamente più frequenti tra i pazienti infettati da SARS-CoV-2 rispetto ai controlli: 47,6% vs 25,2% e 28,2% vs 10,8%, rispettivamente.  Al contrario, la distribuzione del sesso e dell'età non erano significativamente diverse tra i due gruppi.

85 dei 124 partecipanti allo studio (68,6%) avevano richiesto la ventilazione meccanica intensiva (62 all'ingresso, 13 al giorno 1, 4 al giorno 2 e i restanti 6 entro 7 giorni.) L'IMC mediano era 31,1 (da 27,3 a 37,5) rispetto a all'IMC mediano di 27,0 (da 25,3 a 30,8) dei 39 (31,4%) pazienti che non hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva. La proporzione di pazienti che hanno richiesto la ventilazione meccanica intensiva è aumenta con l'aumentare delle categorie di IMC ed era maggiore nei pazienti con IMC> 35 (85,7%). Nella regressione logistica multivariata, la necessità di ventilazione meccanica intensiva era significativamente associata al sesso maschile e all'IMC. indipendentemente dall'età, dal diabete e dall'ipertensione. L'odds ratio per la ventilazione meccanica intensiva nei pazienti con IMC> 35 kg vs i pazienti con IMC < 25 kg era 7,36.

In conclusione, lo studio ha tre risultati principali: (i) esiste un'elevata frequenza di obesità nei pazienti ammessi alla terapia intensiva per infezione da SARS-CoV-2; (ii) la gravità dell'infezione da SARS-CoV-2 aumentata con l'aumentare dell'IMC e (iii) l'obesità sembra essere un fattore di rischio potenziale per la gravità dell'infezione da SARS-CoV-2. Questi risultati indicano che le persone con obesità, e soprattutto quelle con grave obesità, dovrebbero adottare misure extra per evitare la contaminazione da COVID-19 rinforzando l'adozione di procedure preventive durante l'attuale pandemia.

IMC= Indice di Massa Corporea

Altro studio appena pubblicato nella rivista Obesity raccomanda l'importanza di questo fattore di rischio soprattutto nei paesi occidentali colpiti da un'alta prevalenza di obesità.

Fonte: Simonnet, A., Chetboun, M., Poissy, J., Raverdy, V., Noulette, J., Duhamel, A., . . . Jourdain, M. (2020). High prevalence of obesity in severe acute respiratory syndrome coronavirus-2 (SARS-CoV-2) requiring invasive mechanical ventilation. Obesity (Silver Spring). doi:10.1002/oby.22831

Aussy C, Wallet, Laville M, Disse E. Obesity is associated with severe forms of COVID-19. Obesity (Silver Spring) 2020 21 April.  doi: 10.1002/oby.22842

Dott.ssa Valeria Capri

Biologo Nutrizionista