Dieta Low FODMAPs e la Sindrome dell'Intestino Irritabile

13.05.2020

La Sindrome dell'Intestino Irritabile o IBS, con le patologie infiammatorie intestinali (IBD) sono tra i disturbi gastrointestinali più diffusi.

In particolare la Sindrome dell'Intestino Irritabile si presenta con diversi sintomi, come: gonfiore e tensione addominale, diarrea alternata a stitichezza, crampi, meteorismo e flatulenza. L'organo più colpito è generalmente il colon, ovvero l'ultimo tratto dell'intestino per questo viene anche chiamata Sindrome del Colon Irritabile. Le cause non sono ancora chiare, poiché questo disordine eterogeneo deriva da una complessa interazione tra variabilità genetica, sistema immunitario e fattori ambientali

Vi è un approccio alimentare particolare molto interessante, studiato da un gruppo di ricercatori australiani della Monash University, che prende il nome di: Dieta Low FODMAPs. Seguendo questo regime alimentare si è visto un miglioramento della condizione dei pazienti nel 75% dei casi.

Ma di cosa si tratta?

Innanzitutto la parola FODMAP (Fermentable Oligo-di-Monosaccharides and Polyols) è un acronimo di parole inglesi che indicano degli zuccheri semplici (fruttani, galattani, lattosio, fruttosio, saccarosio) ed alcune molecole chiamate polioli (ad esempio lo xilitolo che si trova nelle gomme da masticare). Queste piccole molecole sono zuccheri che vengono scarsamente assorbiti dall'intestino, sono osmoticamente attive perciò richiamano acqua dai tessuti circostanti e sono fermentate dalla flora batterica con produzione di gas soprattutto idrogeno, anidride carbonica e metano.

I FODMAP sono presenti in molti cibi di origine vegetale: alcuni tipi di frutta, alcuni vegetali, tutti i legumi ed alcuni cereali. L'unico alimento di origine animale che li contiene è il latte.

  • Il lattosio, un disaccaride. Lo troviamo nel latte vaccino, ovino e caprino e nei loro derivati;
  • il fruttosio, un monosaccaride. E' presente in alcuni frutti (mela, pera, ciligie,...), nella frutta secca, nei succhi e in qualche tipologia di verdura (asparagi, carciofi...);
  • i fruttani e galattani, entrambi oligosaccaridi sono presenti in alcuni legumi (ceci, lenticchia, fagioli e soia), alcuni cereali (soprattutto nel frumento, segale e orzo) ed alcune verdure (porro, broccoli, finocchi,...);
  • il sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo, tutti polioli, sono presenti nei tipi di frutta già citati e in molti tipi di dolcificanti artificiali, fatta eccezione per l'aspartame.

In che cosa consiste la dieta?

Innanzitutto è importante affidarsi ad un nutrizionista come affermato anche da uno studio scintifico recentemente pubblicato, per far fronte ai limiti che questo regime presenta, quali: l'adeguatezza nutrizionale, i costi e le difficoltà a insegnare la dieta e mantenerla. 

La dieta consiste in una fase iniziale dove si escludono tutti i FODMAP per almeno 1 mese (4-8 settimane), monitorando anche con l'aiuto di un diario alimentare l'eventuale attenuamento dei sintomi gastrointestinali. Dopo questo periodo è possibile reintrodurre una categoria di FODMAP alla volta, sempre sotto supervisione medica, per capire la soglia di tollerabilità e quale alimenti nello specifico scatenano i disturbi. Il nutrizionista fornirà  un piano alimentare dettagliato per entrambe le fasi della terapia.

Nonostante i numerosi studi pubblicati, questo tipo di dieta è ancora nuova e ci sono grandi aspettative per il suo sviluppo e miglioramento. Il futuro porterà probabilmente conoscenze molto importanti in relazione a diversi campi, ad esempio aspetti patofisiologici, indicazioni cliniche e strategie di attuazione. Molto importante è affidarsi a personale esperto quale può essere un nutrizionista, in grado di istruire il paziente nelle varie fasi previste dalla dieta, gestire il momento successivo ad essa e garantire l'adeguatezza nutrizionale.

Bibliografia:

Nutrients. 2020 Jan; 12(1): 148.Published online 2020 Jan 4. doi: 10.3390/nu12010148 Low FODMAP Diet: Evidence, Doubts, and Hopes Massimo Bellini, Sara Tonarelli, Attila G. Nagy, Andrea Pancetti, Francesco Costa, Angelo Ricchiuti, Nicola de Bortoli, Marta Mosca, Santino Marchi, and Alessandra Rossi

American College of Gastroenterology Task Force on Irritable Bowel Syndrome. Brandt L.J., Chey W.D., Foxx-Orenstein A.E., Schiller L.R., Schoenfeld P.S., Spiegel B.M., Talley N.J., Quigley E.M. An evidence-based position statement on the management of irritable bowel syndrome. Am. J. Gastroenterol. 2009;104(Suppl. 1):S1-S35. doi: 10.1038/ajg.2008.122.

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Dott.ssa Valeria Capri

Biologo Nutrizionista